Per Munch i personaggi altro
non sono che involucri di passione o di angoscie. Ciò risulta drammaticamente
evidente nel clebre "Sera nel corso Karl Johann", dipinto eseguito
nel 1892 e poi esposto, nello stesso anno, alla fallimentare mostra di berlino.
La scena rappresentata dovrebbe essere quella del tranquillo paesaggio serale
della principale arteria dell'antica Cristiania, centro animato e pulsante della
vita economica e politica della città. Munch interpreta il rito del passeggio,
tipico di un certo ambiente borhese, come un'orrida processione di spettri dagli
occhi sbarrati. Dell'umanità dei personaggi non sono rimasti che gli
attributi esteriori: i seri cilindri degli uomini e gli sfiziosi cappellini
delle signore. I volti, invece, sono maschere scheletriche, oscure incarnazioni
di forze misteriose e spaventevoli.
Il senso che se ne ricava è quello di un feroce attacco alla borghesia
e alle sue vuote ritualità. Unico elemento di disarmonia, dunque di opposizione,
anche politica, è la figura che si incammina sulla destra, ombra incerta
e solitaria. Nel semplice ed efficacissimo simbolismo munchiano essa rappresenta
l'artista stesso, colui che, incurante del consenso della massa, rema comunque
contro corrente.